mercoledì 20 maggio 2015

AYURVEDA - Trattamenti ayurvedici secondo il metodo ricevuto da Ajit Sarkar




::: TRATTAMENTI RILASSANTI E RIEQUILIBRANTI (dai 20' ai 90' circa)

Testa e collo
Dorso
Gambe e piedi
Braccia e mani
Petto e addome
Viso
Tutto il corpo (Abhyanga)


::: TRATTAMENTI PER ALLEVIARE TENSIONI E DOLORI (dai 30' ai 60' circa)

Nuca
Mal di schiena
Mal di testa
Problemi al sistema respiratorio e/o digestivo 
Problemi articolari
Tendiniti
Drenaggio e Circolazione


::: TRATTAMENTO PER DONNE INCINTE (dai 30' ai 90' circa)

::: TRATTAMENTI ENERGIZZANTE DI TUTTO IL CORPO (30' circa)

::: QUESTIONARIO PER LA VALUTAZIONE DELLA COSTITUZIONE INDIVIDUALE (DOSHA) (30' circa)


::: Che Cosa significa Ayurveda?

Ayur = vita; Veda= conoscenza; arte della vita. 
Conoscenza della prassi da seguire per mantenersi in salute.

La filosofia dell’Ayurveda si basa sulla filosofia vedica, principalmente sulla visione olistica del Samkhya che concepisce uomo e universo come parti di un tutto profondamente intrecciato. Tutto è in tutto. Atman (vero essere individuale) e Brahman (vero essere universale) coincidono. La comprensione di questa unità è detta Yoga, unione. Quando l’uomo si trova nello stato di unione fra microcosmo (purusha, individuo) e macrocosmo (prakriti, natura), realizza la conoscenza dell’assoluto attraverso la conoscenza interiore, raggiungendo la felicità.
La filosofia del Samkhya ricerca quindi l’unità fra vita materiale e vita spirituale e identifica la fonte della sofferenza nella separazione, nella frammentazione del vero essere, causata da disequilibri che possono essere interiori o esteriori.

L’ayurveda concepisce la salute e il benessere come equilibrio e costante prevenzione del disequilibrio che porta alla malattia.
Conoscere se stessi è la via che conduce a maggiore consapevolezza, serenità,  equilibrio, efficacia e benessere.

::: Quali sono i benefici dei trattamenti ayurvedici?

Ricevere regolarmente trattamenti ayurvedici rilassa i muscoli, i nervi, le ossa e il corpo intero, previene l'insorgere di molte malattie della pelle, favorisce l'equilibrio psico-fisico, il sonno profondo e i sogni, aumenta la resistenza fisica, la tolleranza, il buon senso, l'intelligenza, la vitalità sessuale e la bellezza fisica. Stimola la produzione di globuli bianchi e di anticorpi innalzando le difese immunitarie, rende inoltre più flessibili e adattabili ai cambiamenti improvvisi di temperatura, pressione atmosferica ed altri mutamenti ambientali. Aumenta il calore e la vitalità del corpo stimolando la funzionalità del sistema circolatorio, respiratorio e linfatico, aiutando il corpo a eliminare le tensioni, i gas in eccesso e le tossine accumulate.



"Soffermarsi sugli oggetti dei sensi genera l'attaccamento ad essi. 
Dall'attaccamento, rāga, viene il desiderio, kāma, e dal desiderio sorge l'ira, kroda.
Dall'ira sorge la delusione, dalla delusione l'offuscamento della mente, dall'offuscamento della mente la perdita della ragione e, a causa di questa, l'uomo perisce."
(Bhagavad-gīta, 2.62-63)


INFO: Daria Mascotto, tel. 340 3197022.

Operatrice Ayurvedica diplomata presso VELLAI-THAMARAI, Educational, Cultural & Social Organization, Pondicherry, sotto la guida personale di Ajit Sarkar.
Libera professionista di cui alla legge 4/2013.

NOTA INFORMATIVA:

i trattamenti olistici e ayurvedici sono dei trattamenti di riequilibrio energetico e di ripristino funzionale, basati sulle tecniche e sulle teorie della filosofia orientale e non, volti al recupero ed al mantenimento della vitalità e del benessere psicofisico. Sono disciplinati ai sensi della legge 4/2013.

Non sono e non possone essere in alcun modo terapeutici in quanto l'operatore :
  • non considera, non tratta e non si pone come obiettivo la risoluzione di patologie e sintomi che sono di stretta pertinenza medico/sanitaria;
  • non considera il proprio intervento sostitutivo di quello del medico;
  • non fornisce al ricevente prescrizioni farmacologiche o terapeutiche similari (preparazioni erboristiche, omeopatiche, ecc...)
  • non ha il titolo professionale necessario per effettuare trattamenti terapeutici.
  • Non sono e non possono essere considerati dei massaggi estetici in quanto:
  • non sono dei massaggi
  • in ogni caso non sono finalizzati allo scopo di migliorare l'aspetto estetico della persona, requisito qualificante dell'attività di estetista come definito dall'art. 1 della legge 1/1990: "disciplina dell'attività di estetista"
...l'operatore ayurvedico aiuta la persona a ritrovare l'armonia psicofisica attraverso l'uso di tecniche naturali, energetiche, psicosomatiche, artistiche, culturali e spirituali, stimolando un naturale processo di trasformazione e crescita della consapevolezza di sé. L'operatore ayuredico non è un terapeuta, non fa diagnosi e non cura malattie fisiche o psichiche, non prescrive medicine o rimedi. L'operatore ayurvedico è un facilitatore dell'equilibrio energetico, dell'evoluzione e della crescita personale che lavora con competenze pluridisciplinari e approcci integrati attraverso l'uso di tecniche naturali, energetiche, artistiche o meditative. L'operatore ayurvedico agevola il naturale processo di trasformazione, empowerment, consapevolezza globale della persona e promuove uno stile di vita ecologico e sostenibile.

giovedì 23 aprile 2015

Teatro Danza Indiano Bharata Natyam con Daria Mascotto

"Credo profondamente che le persone abbiano bisogno
di creare e condividere significati e che il modo
più efficace per condividere sia 'il fare', 'il creare',' l'osservare' insieme.
Questo presuppone innanzitutto l'esserci,
con il nostro corpo in tutte le sue componenti e forme espressive."
Daria Mascotto


Il Bharata Natyam è meditazione in movimento e offerta sacra di Sé al Tutto. Condivide un profondo legame con lo yoga. Per molti secoli è stato eseguito come parte del rituale quotidiano dei templi dalle Devadasi, sacerdotesse danzanti, e solo nel Novecento è diventato un'arte scenica a tutti gli effetti.
Oggi, il teatro-danza indiano, Natya, è annoverato fra le più antiche, profonde e raffinate discipline psico-corporee.
Caratterizzato per complessità tecnica e formale, ricchezza ritmica, poetica, gestuale ed espressiva, lo stile Bharata Natyam, originario dell'India del Sud, pone l'accento sulla tensione dinamica, sulla geometria delle linee strutturali, sulla simmetria e la coordinazione consapevole di ogni singola parte del corpo, oltre che sulla mimica facciale e l'esplorazione degli stati d'animo.
Dall'unione di questi elementi scaturisce un linguaggio simbolico di forte impatto emotivo, capace di condurre il danzatore e lo spettatore all'estasi conosciuta in India come rasa, stato mentale in cui il valore estetico diventa veicolo di crescita spirituale.
Lo stile di insegnamento è esperienziale e finalizzato alla gioia e ai benefici psicofisici del movimento intenzionale.

Corsi
Seminari Intensivi
Lezioni Individuali
con Kumari Dāmini Daria Mascotto
Antropologa e Danzeducatrice®

INFO: 3403197022 / dariamascotto@gmail.com

martedì 3 marzo 2015

Rudolf Laban e Natya Yoga: una visione antropologica

Oggi ho riletto una riflessione che ho scritto due anni fa. 
Stavo frequentando il corso di formazione e ricerca in danza educativa e sociale a Mousiké, sotto la guida di Franca Zagatti, ed ero immersa in una scoperta dell'universo labaniano. Pur lavorando con il corpo da anni, non avevo mai approfondito prima di allora gli studi di Rudolf Laban (1879-1958), che è stato danzatore, coreografo, studioso del movimento e figura di spicco della danza moderna.
E' stata per me, antropologa e studiosa di Bharata Natyam, teatro danza dell'India del Sud, una strana rivelazione. Una nuova conferma e una nuova gigantesca finestra sull'affascinante ricerca che sta al confine tra le categorie che in occidente chiamiamo arte, scienza, psicologia e spiritualità.
All'epoca conducevo il mio primo laboratorio settimanale di Natya Yoga, in cui sperimentavo le intersezioni fra esplorazioni labaniane e tecniche tradizionali di danza classica indiana.
Mi sono riempita di meraviglia, e ancora oggi sento il brivido, nel constatare quanto fertile sia l'integrazione fra visioni orientali ed occidentali. 
Dopo aver riletto, ho corretto alcune frasi, tagliato, aggiunto. Anche le parole si trasformano, con l'esperienza. Mi fa piacere condividere questa riflessione con chi avrà la pazienza e il piacere di leggerla.

Rudolf Laban,
La danza moderna educativa,
2009, Ephemeria.
Nella sua opera La danza moderna educativa (1948) Rudolf Laban concepiva la danza come arte primaria dell'uomo, poiché contiene in sé e aiuta a conoscere e comprendere “uno dei più potenti aspetti della natura fisica e mentale dell'uomo: il movimento”.
L'idea alla base del suo lavoro sulla danza come strumento formativo e pedagogico si fonda sull'idea che “tutte le azioni in ogni attività umana, quindi anche (ma non solo) nella danza, consistono di sequenze di movimento in cui un determinato effort (impulso) della persona che esegue sottende ogni movimento.” Ogni azione consiste di una combinazione di impulsi, in cui generalmente ve ne è uno predominante. Gli elementi di effort e le loro qualità derivano dalle attitudini della persona verso particolari fattori di movimento: Peso (forte/leggero), Spazio (diretto/indiretto), Tempo (lento/veloce) e Flusso (libero/controllato). Distinguere i singoli effort che generano il movimento è possibile, andando a isolare ed esplorare, come in un laboratorio, i diversi fattori di movimento e le personali tendenze.

Rudolf Laban, i sei fattori di effort e le otto
principali azioni di movimento.
La danza che Laban propone vuole favorire “una chiara e precisa presa di coscienza della varietà di effort nel movimento, garantendo così il valore e il piacere di ogni azione, anche la più semplice” e intende promuovere “la padronanza del movimento in tutti i suoi aspetti fisici e mentali”.

La danza educativa concepita da Laban si pone 5 obiettivi principali:
  • incoraggiare e consolidare l'impulso innato del movimento danzato (ancora manifesto e praticato dai bambini come forma inconsapevole di esteriorizzazione, esercizio che li introduce nell'esplorazione del flusso e che rafforza le loro facoltà espressive) e sviluppare consapevolezza circa i principi che governano il movimento
  • preservare la spontaneità del movimento in età adulta
  • incoraggiare l'espressione artistica e creativa, migliorare la partecipazione e la cooperazione nei lavori di gruppo
  • affinare le capacità di osservazione del movimento
  • sviluppare una terminologia che aiuti a riconoscere le carenze del proprio movimento e di quello degli altri, per mantenersi attenti e flessibili, capaci di accettare le critiche e i consigli e utilizzarli in modo consapevole per migliorarsi.

Emerge chiaramente una volontà di integrare attraverso il movimento danzato corpo e mente, conoscenza intellettuale e abilità creativa.

“Nella nostra civiltà, nell'adolescente e nell'adulto l'impulso a danzare diminuisce con l'aumentare dell'età. Essi sono semplicemente oppressi dai loro impegni quotidiani e dai molteplici effort isolati richiesti dalle loro attività. La coordinazione di un gran numero di movimenti articolari diventa alla fine tanto impossibile per l'adulto, quanto lo era l'uso dei movimenti articolari isolati per il bambino molto piccolo. Tuttavia, non è soltanto la presenza di un elevato numero di articolazioni impiegate nei movimenti, ma anche l'uso equilibrato di effort differenti, a rendere la danza piacevole e salutare.”

“La danza permette il coinvolgimento globale del corpo attraverso la ripetizione di una serie di effort simultanei finemente orchestrati gli uni con gli altri. Ciò procura un piacere estetico, come l'armonia dei colori in un quadro o dei suoni in un pezzo musicale”. 

Divinità Hindu.
Personalmente credo che nessuna civiltà abbia sviluppato e approfondito, sul piano sia teorico sia pratico, il principio di coesistenza simultanea della più svariata molteplicità quanto quella indiana. L'ossessione vedica per lo smembramento e la ricomposizione è stata tradotta nei più svariati ambiti del sapere, nell’architettura, nella musica, nell’anatomia, ma anche in termini di movimento nella danza. L'arte è sempre organica, ha a che vedere con la vita, ne segue i principi e li influenza a sua volta. L'obiettivo è smontare, cercare, percepire, nominare, prendere coscienza dell'esistenza più infinitesimale, per ritornare ad una globalità dinamica e piena con nuova consapevolezza. L'arte della danza è pratica di trasformazione dei corpi-mente in oggetto di interesse, cura, ri-creazione e ri-significazione.

Le due ricerche, danza educativa da un lato, natya yoga dall’altro, nella mia visione non sono slegate. Esse fanno parte di quella tradizione profondamente antropologica e dinamista che sta alla base della mia formazione, che fa di noi stessi il nostro oggetto di studio attraverso il metodo dell’osservazione partecipante e non giudicante. Le sessioni di studio sono per me una sorta di “esplorazione sul campo”, in cui punto di partenza e punto di arrivo è l’essere umano, con le sue qualità più intime e intimamente legate al tutto circostante, le sue dinamiche e potenzialità cognitive ed evolutive e l’espressione di queste attraverso le infinite gradazioni di sfumature personali.

Geometrie. Architetture. Mandala.

giovedì 19 febbraio 2015

Il laboratorio di danza educativa nelle scuole, uno strumento di crescita

::: Che cos’è la danza educativa?

Per crescere, tutti abbiamo bisogno di esplorare le possibilità del nostro strumento di azione nel mondo: il corpo-mente. Anche le neuroscienze hanno ormai definitivamente accettato il fatto che l’uomo pensa, sente ed immagina con tutto il corpo, non solo con il cervello. Questo esercizio, istintivo e necessario, dovrebbe essere, quantomeno in fase evolutiva, una scoperta gioiosa e piacevole. Costruendo un linguaggio comune sotto uno sguardo accogliente, critico ma non giudicante, l’esperienza può diventare condivisa e consapevole, trasformandosi in qualcosa di più, gettando un ponte fra il pensare e il fare.
Laboratorio di danza educative nella scuola
primaria a cura di Daria Mascotto, 2012.
Attraverso la danza educativa i bambini e i ragazzi, femmine e maschi, possono sperimentare un lavoro di ricerca esperienziale sul proprio movimento, allenando così la capacità di “sapersi muovere”, cioè di creare e interpretare in termini intenzionali e comunicativi il proprio movimento.

La danza educativa permette a bambini e ragazzi di entrare in contatto, esplorare, esprimere e prendere coscienza del proprio mondo interiore grazie a processi immaginativi e drammatici attivati con il corpo. La danza educa e forma perché trasforma, e crescere non è altro che continuo mutamento, movimento.


I Laboratori di danza educativa nelle scuole sono pensati e strutturati per i diversi cicli scolastici, aperti all’integrazione di ogni tipo di diversabilità e correlati a tematiche specifiche (l’educazione musicale, interculturale, alimentare, la scrittura creativa, l’avvio alla lettura, l’integrazione alle arti visive e plastiche, la sostenibilità, ecc...).

La metodologia è esperienziale, coinvolgente, finalizzata al piacere. Allena a fare, creare e osservare il movimento secondo parametri condivisi e utilizza strumenti tipici del teatrodanza come il gioco drammatico, la musica, la voce.
Liberandosi da inutili pregiudizi e sviluppando contemporaneamente una capacità analitica, gli allievi imparano a riconoscere e descrivere gli elementi di movimento di cui hanno fatto esperienza e sviluppano la capacità di “saper osservare” il movimento altrui. Danzando, capiscono come le qualità del gesto variano in funzione delle emozioni e delle sensazioni provate, come sono legate allo spazio, alla musica, al ritmo e alle relazioni con gli altri. Si accrescono in questo modo sensibilità ed empatia, consapevolezza, autonomia di giudizio, capacità critica e di autovalutazione.
Ogni incontro prevede la partecipazione di una classe per volta (circa 20-25 bambini) ed è strutturato ritualmente: entrata nella dimensione corporea; riscaldamento; esplorazione di specifici fattori di movimento (corpo, spazio, dinamica, relazione); messa in forma (sequenze di danza, esercizi di improvvisazione e composizione, momenti performativi e di osservazione); conclusione, un’uscita graduale e dolce che permetta a tutti di salutarsi, ringraziarsi e rielaborare il lavoro svolto.

Il laboratorio di danza educativa a scuola diventa così centro di creatività e conoscenza, strumento educativo e formativo, capace di favorire lo sviluppo integrale della persona, inteso nelle sue componenti sensibili (fisiche, emotive), morali (relazionali e artistiche) e intellettuali (cognitive).

::: Finalità della danza educativa

  •  incoraggiare e consolidare l'impulso innato del movimento danzato offrendo a tutti/e il diritto alla danza, intesa come espressività intenzionale, consapevole e condivisa 
  •  sperimentare la danza nel suo valore artistico e culturale, valorizzando sia la creatività individuale sia la cooperazione e l'osservazione nei lavori di gruppo
  •  arricchire il linguaggio motorio e sviluppare una terminologia del movimento
  • promuovere il benessere attraverso lo sviluppo integrale della persona

Laboratorio di danza educative nella scuola
primaria a cura di Daria Mascotto, 2014.
:::: Bibliografia essenziale
   
   Franca Zagatti, La danza educativa. Principi metodologici e itinerari operativi per l'espressione artistica del corpo, MPE Mousikè Progetti Educativi,Bologna 2004.

   Rudolf Laban, La danza moderna educativa, Ephemeria, Macerata 2009.