lunedì 25 giugno 2012

La regola del guerriero

"Il primo precetto della regola è che tutto quello che ci circonda è un mistero imperscrutabile.
Il secondo, che noi dobbiamo cercare di svelare i misteri, ma senza sperare di riuscirvi mai.
Il terzo, che un guerriero, conscio dei misteri imperscrutabili che lo circondano, e del proprio impegno a cercare di svelarli, prende il posto che gli è dovuto tra gli altri misteri e si considera uno di loro. Di conseguenza, per un guerriero, il mistero è dell'essere è senza fine, sia che si tratti di un ciottolo, di una formica o di se stesso. E' questa l'umiltà del guerriero. Si è uguali a tutto."

Carlos Castaneda, Il dono dell'Aquila

domenica 18 dicembre 2011

Liberi di imparare, educazione democratica e libertaria

Avete mai immaginato una scuola diversa?
Un'educazione diversa?
Magari una società diversa?


Irene Stella, autrice insieme a Francesco Codello della pubblicazione "Liberi di imparare" (ed. AAM Terranuova, 2011), racconta cosa significa educazione democratica o libertaria attraverso la sua esperienza di mamma e il suo incontro con alcune realtà educative italiane che si sono ispirate alla scuola di Summerhill di Alexander Neill.





Le parole chiave dell'educazione libertaria possono essere ritrovate già nell'indice del libro:


Introduzione
Capitolo 1 - Cos’è una scuola democratica
Le lezioni come scelta
La costruzione di regole condivise
L’assenza dei voti
Gli insegnanti e i genitori
I costi economici
Capitolo 2 - L’educazione libertaria tra pratica e teoria
Educare a essere
L’impossibilità di un curricolo generale
L’insegnante tra maestro, mentore e facilitatore
Metodi educativi
La comunità educante
L’apprendimento pluralistico e la molteplicità metodologica
La valutazione senza premi e castighi
Gli esseri speciali
Il genitore consapevole
Capitolo 3 - In viaggio tra le scuole democratiche: esperienze a confronto
Due esperienze europee
Capitolo 4 - La parola ai protagonisti
Insegnanti
Genitori
Capitolo 5 - Le realtà italiane
APPENDICI
Homeschooling
Leggi che regolano l’obbligo di istruzione in Italia
Bibliografia



Per saperne di più
http://www.educazionelibertaria.org/
http://www.mukti.it/



La questione non è semplice e non è banale, in un paese in cui la quotidianità pedagogica è sempre più avvilente.  
Può l'educazione libertaria contribuire a formare le nuove generazioni in una prospettiva nuova, di auto-realizzazione eppur di rispetto, convivenza e condivisione?  
La destrutturazione e la libertà totale di scelta si possono realmente tradurre in una capacità creativa e decisionale o piuttosto si rischia di lasciare i ragazzi in un limbo di relativismo fatto di troppe domande e nessuna risposta? 
Come si relazioneranno poi con un mondo fondato su presupposti completamente diversi? Ne usciranno schiacciati o sapranno contribuire al suo miglioramento? 
Elementi per argomentare una risposta potrebbero trovarsi in "After Summerhill", in cui sono raccontate le storie di alcuni ex allievi (purtroppo ancora non tradotto in lingua italiana). 
Spero che attorno alla questione possa nascere un dibattito e un confronto capace di coinvolgere tutti coloro che desiderano un mondo migliore in cui crescere.

domenica 20 novembre 2011

You are an organic dream constantly evolving

Varkala, Kerala. Foto di Daria Mascotto, 2011.

L'india è disseminata di perle di saggezza, lasciate lì, fra la polvere e sotto la pioggia. Assopite, in attesa di far brillare lo sguardo a un passante, di ispirarlo, entusiasmarlo, meravigliarlo, rincuorarlo, divertirlo. Per coloro che non vedono, restano mute.
Stanno scritte sui muri, o incorniciate sul cruscotto dell'auto, sotto l'altarino domestico con la foto del guru, così come sui cartelloni pubblicitari per turisti affamati di relax e spiritualità.
In ogni caso, alcune mi hanno colpita, mi hanno fatto sorridere o pensare, e sono rimaste.


Solo chi può immaginare l'invisibile, può realizzare l'impossibile.



Fort Kochi, Kerala. Foto di Daria Mascotto, 2011.

giovedì 13 ottobre 2011

Kolam, l'arte di unire con scie di riso

I Kolam sono da millenni un'ispirata forma di arte popolare tipica del Sud India e del Tamil Nadu in particolare. 
Un rituale giornaliero, prerogativa delle donne di casa che segnano con mano leggera e sicura sulla strada, davanti alla soglia d'ingresso, lunghe scie bianche intrecciate circolarmente. Le gambe dritte e tese, le schiene umili piegate e il braccio lungo che pendola come la proboscide di un elefante.

Donna che disegna un Kolam, Pondicherry, Tamil Nadu.
Foto di Daria Mascotto, 2011.
Il Kolam, come un sigillo segreto, è il segnale che dichiara la devozione degli abitanti della casa e invita le divinità benevolenti a visitarla. Come un amuleto apotropaico, allontana i poteri oscuri e gli sguardi maligni e favorisce il crescere dell'attributo a cui è legato simbolicamente, come prosperità, gioia, saggezza, salute o verità.

Tradizionalmente per tracciare i Kolam viene usata farina di riso, alimento sacro e cereale di civiltà per l'Oriente: in India è considerato fonte di vita e simbolo di prosperità per eccellenza in quanto base dell'alimentazione. Sovente è utilizzato come offerta alle divinità durante la puja, come dono fra i più preziosi e benaccetti. 
Di recente, a causa dell'aumento esponenziale dei prezzi dei cereali, alla pura farina di riso è stata sostituita una mistura contenente un'abbondante quantità di gesso.

La tradizione prevedrebbe inoltre un'associazione particolare tra Kolam e giorno della settimana, stagione, fase lunare e calendario religioso: ad ogni singola disposizione dei pianeti e degli Dèi, sarebbe associata infatti una rappresentazione simbolica specifica capace di svolgere propriamente la funzione di unire macrocosmo e microcosmo: attraverso la bellezza e l'armonia del gesto, lo spirito umano e l'incessante danza del mutamento universale si accordano in un unisono. L'arte e la conoscenza vanno per mano in India, perché l'una e l'altra hanno la potenza di facilitare l'unione di ciò che di divino vibra dentro e fuori di noi. Non è un caso, infatti, che anche i luoghi che accoglieranno cerimonie artistiche come spettacoli di danza o di musica, vengano decorati con Kolam. Anzi, la particolare potenza unificatrice dell'arte è sottolineata dalla presenza non di uno, bensì di molti Kolam realizzati in grande dimensione e arricchiti da fiori e candele e seminati lungo il percorso che conduce il pubblico dinnanzi allo spazio scenico, che ne viene letteralmente circondato.

Kolam benaugurale in occasione di uno spettacolo di danza, Pondicherry, Tamil Nadu.
Foto di V. Scalvini, 2011 
L'unione tra Brahman (universale) e Atman (individuale) è rappresentata nel Kolam dall'intreccio fra singoli puntini discontinui e linee continue che evidenziano il filo indistruttibile che lega gli elementi della creazione fra loro. Estremamente significativo è il materiale impiegato: un alimento, anzi l'Alimento per eccellenza in India. Ciò che "fa" l'uomo, il suo corpo, la sua identità e ciò che, con la morte, diventa ciascuno di noi: polvere (farina di riso equivale qui a polvere di riso, come dire, polvere di uomo), alimento per altra vita a venire.
Kolam è unione, legame. E' arte e conoscenza. Gesto e pensiero. Sacro e profano. Quotidiano e straordinario. Vita, morte e ancora vita.

Il significato antico, spirituale e occulto, di molti Kolam è purtroppo andato perduto, ma l'etimologia di questo nome rivela la stessa radice di "forma" o "maschera": un pizzico di qualcosa di sottile si cela e dimora dietro queste forme geometriche.
Anche se spesso non compresi, i modelli simbolicamente rappresentativi dei Kolam sono considerati in India un ponte fra la nostra esistenza fisica, mentale e vitale finita e l'infinito rinnovarsi.

***

Quest'estate, durante il mio viaggio in India, ho avuto la fortuna di trovarmi tra le mani le spiegazioni del significato di alcuni Kolam.
Le riporto di seguito con l'immagine accanto.




Mattu Kombu:
Corna di mucca nella forma del loto. 
Immagine usata prima e dopo il raccolto.
La mucca stessa è un'antica immagine vedica che simbolizza la luce spirituale.






Manoranjudham:
Un motivo di rampicanti stilizzati, il nome (mano = logica) suggerisce il desiderio di raggiungere poteri spirituali.










Parisathu:
Il fiore celeste del Mahabharata, il cui possesso simboleggia eterna gioventù.
Nel Sud India questo motivo floreale esprime ammirazione per la bellezza dei capelli delle donne.








Pagala Suradu:
Padala Suradu (recuperare dalle profondità).
Il motivo della rete si trova spesso nei pressi dei pozzi, ed è usato per recuperare vasi perduti.








Sree Herudahya Kamalam:
Il loto del cuore.