Avete mai immaginato una scuola diversa?
Un'educazione diversa?
Magari una società diversa?
Irene Stella, autrice insieme a Francesco Codello della pubblicazione "Liberi di imparare" (ed. AAM Terranuova, 2011), racconta cosa significa educazione democratica o libertaria attraverso la sua esperienza di mamma e il suo incontro con alcune realtà educative italiane che si sono ispirate alla scuola di Summerhill di Alexander Neill.
Un'educazione diversa?
Magari una società diversa?
Irene Stella, autrice insieme a Francesco Codello della pubblicazione "Liberi di imparare" (ed. AAM Terranuova, 2011), racconta cosa significa educazione democratica o libertaria attraverso la sua esperienza di mamma e il suo incontro con alcune realtà educative italiane che si sono ispirate alla scuola di Summerhill di Alexander Neill.
Le parole chiave dell'educazione libertaria possono essere ritrovate già nell'indice del libro:
Introduzione
Capitolo 1 - Cos’è una scuola democratica
Le lezioni come scelta
La costruzione di regole condivise
L’assenza dei voti
Gli insegnanti e i genitori
I costi economici
Capitolo 2 - L’educazione libertaria tra pratica e teoria
Educare a essere
L’impossibilità di un curricolo generale
L’insegnante tra maestro, mentore e facilitatore
Metodi educativi
La comunità educante
L’apprendimento pluralistico e la molteplicità metodologica
La valutazione senza premi e castighi
Gli esseri speciali
Il genitore consapevole
Capitolo 3 - In viaggio tra le scuole democratiche: esperienze a confronto
Due esperienze europee
Capitolo 4 - La parola ai protagonisti
Insegnanti
Genitori
Capitolo 5 - Le realtà italiane
APPENDICI
Homeschooling
Leggi che regolano l’obbligo di istruzione in Italia
Bibliografia
Per saperne di più
http://www.educazionelibertaria.org/
http://www.mukti.it/
Può l'educazione libertaria contribuire a formare le nuove generazioni in una prospettiva nuova, di auto-realizzazione eppur di rispetto, convivenza e condivisione?
La destrutturazione e la libertà totale di scelta si possono realmente tradurre in una capacità creativa e decisionale o piuttosto si rischia di lasciare i ragazzi in un limbo di relativismo fatto di troppe domande e nessuna risposta?
Come si relazioneranno poi con un mondo fondato su presupposti completamente diversi? Ne usciranno schiacciati o sapranno contribuire al suo miglioramento? Elementi per argomentare una risposta potrebbero trovarsi in "After Summerhill", in cui sono raccontate le storie di alcuni ex allievi (purtroppo ancora non tradotto in lingua italiana).
Spero che attorno alla questione possa nascere un dibattito e un confronto capace di coinvolgere tutti coloro che desiderano un mondo migliore in cui crescere.