giovedì 17 dicembre 2009

Il biscotto della disperazione

E' un giorno difficile per G.

La mamma non è venuta a prenderla, quando è uscita da scuola. Al suo posto una brutta, brutta e antipatica strega.


"Non ti voglio vicino!" grida G., che nel frattempo si è appiccicata sul viso un muso lungo da "nessuno se ne importa mai niente di quello che vorrei io"...

"Dai, che ci sono anche le focaccine calde. Coraggio, vestiti che fuori fa freddo."

Ma non c'è niente da fare. E' proprio una giornata no.

Non è mica facile avere 4 anni, eh?

Basta ciuccio, basta pianti senza senso, basta pisolini ristoratori.

Bisogna parlare, bisogna fare i grandi, comportarsi bene con le persone. Mica facile.

Comunque.


G. riesce a convincersi ad arrivare a casa, distratta da uno stupido coniglietto tirato fuori da un cilindro nero. Una sorpresa, che poi neanche si rivela un gran che. "Ma come finisce la storia?". Troppo difficile da immaginare.

Insomma, almeno guardiamoci un bel cartone animato!

Direi che per oggi non abbiamo speranze, va bene.

G. resta come ipnotizzata in piedi davanti ad un piccolo computer portatile, minaccia la strega affinchè non emetta un fiato. Poi, si addormenta. Di sasso.

Torna la mamma.

La strega sveglia G. dolcemente.

G. apre gli occhi, ma è ancora immersa nel sogno.

Vede la mamma e l'abbraccia, sperando di poter ripiombrare nel sonno senza colpo ferire. Ma no. Non è questa l'ora. Tra poco si cena.

"Voglio fare merenda! Mamma vieni! Devi venire subito."

Ecco. Ci risiamo. Non si parla così. Si chiede per favore. E poi non è questa l'ora della merenda.

"Ma io voglio la merenda! Devi venire subito."

Si apre la contrattazione. Un solo biscotto, questo è il verdetto finale.

Fra le lacrime, G. siede in attesa che la mamma le porga il dolcetto dell'alleanza, contro la brutta strega, il dolcetto dell'amore, dell'ascolto e della tenerezza.

Ma la mamma sta cercando di sistemare prima una cerniera dei piccoli stivaletti di G. e G. non ha intenzione di pazientare oltre.

La strega si offre di prendere lei il biscotto dalla credenza.

"Noooo! Me lo deve dare la mamma!" e giù strepiti e urla di disperazione.

"Ma G., la strega vuole solo essere gentile..."

"Dai, prendilo... è sempre lo stesso biscotto, non cambia mica se te lo do io!"

Come no, cambia tutto.

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